Scialpinismo Monte Rosa e Gran Paradiso

Monte Rosa

Un ambiente mozzafiato nel cuore delle Alpi Pennine: è il comprensorio del Monte rosa, un ghiacciaio bellissimo con il rifugio più alto d’Europa, Capanna Margherita (4559).
La nostra avventura con le pelli avrà come destinazione proprio la vetta del Rosa, in una due giorni che ci permetterà di immergerci completamente nello scenario magico ed avvolgente.
BSA

Programma

Il primo giorno, utilizzando gli impianti di risalita di Punta Indren m 3273 avremo la possibilità di salire la P. Giordani m 4045 e pernotteremo al Rifugio Gnifetti a 3600m di quota
Il secondo giorno saliremo fino a Capanna Margherita, una salita  alla portata di tutti, che vi regalerà la possibilità di fare una tra le discese più lunghe delle Alpi.

1ºGiorno

Salita alla punta Giordani m 4045

Ritrovo alle ore 7:30 al parcheggio della funivia a Staffal, check materiali e risalita con gli impianti a Punta Indren m 3273. Calzati gli sci, risaliremo il ghiacciaio di Indren fino al suo culmine e alla vetta della P. Giordani m 4045. La discesa avverrà sull’ itinerario di salita fino a circa 3300m, dopodichè risaliremo attraverso la parte alta del valloncello di Altaluce, al rifugio Gnifetti m 3600. Cena e pernottamento.

Dislivello in salita m 770 + 300 -Tempo di percorrenza 5,30 ore

QUANDO: 21-22 marzo 2020

2ºGiorno

Salita alla Capanna Margherita m 4559

Partenza dal rifugio alle prime luci dell’ alba sulla via normale di salita estiva, attraverso il ghiacciaio del Lys fino all’omonimo colle a 4250m. Un lungo traverso verso ovest e l’ultimo strappo in salita ci porteranno in vetta a 4559 m. La discesa avverrà sull’ itinerario di salita fino a quota 3600m, dopo una breve pausa in Rifugio, proseguiremo la nostra discesa in fuoripista passando attraverso “il canale dell’aquila” fino a Staffal (1850).

Dislivello in salita m 1100 -Dislivello in discesa m 2700- Tempo di percorrenza totale 7/8 ore

QUANDO: 4-5 aprile 2020

Gran Paradiso

Se vuoi gustarti una due giorni di scialpinismo caratterizzata da pendenze ideali e salita non eccessivamente impegnativa, il Gran Paradiso è la scelta giusta. Situato in territorio italiano, questo 4000 ti permette di dividere la salita in 2 pernottando al rifugio Vittorio Emanuele, il primo giorno, per poi completare la salita il giorno successivo e godersi, alla fine, una lunga ed appagante discesa.
In condizioni ottimali è sufficiente la normale attrezzatura da scialpinismo. Portare con sè imbrago, piccozza e ramponi.
BSA

Programma

1° giorno

– ritrovo ore 6.00 ad Affi, presso il parcheggio di fronte al negozio Sportler.
– check materiale tecnico individuale
–  trasferimento in auto in Valsavarenche Loc. Pont 1990 m.(circa 4 ore e mezza di auto).
– salita al Rifugio Vittorio Emanuele II 2735 m. e pernottamento in loco.
Dislivello: 745 m.
Durata: 2.30/3.00 ore di cammino

2° giorno

– partenza di buonora dal rifugio con sci ai piedi
– dopo una prima parte morene glaciali, i pendii diventano più ripidi per poi ammorbidirsi nei pressi della “schiena dell’asino”
– superamento dell’ultimo pendio di neve (a seconda delle condizioni della montagna possibilità di salire quest’ultimo pendio con i ramponi)
– superamento con ramponi e in cordata delle roccette finali che conducono alla statua della Madonna a quota 4061m
– rientro sciando al rifugio per il medesimo itinerario di salita
– rientro a Pont nel primo pomeriggio
– rientro ad Affi in serata.
Dislivello: 1300m
Durata: 8 ore circa A/R
  

PRENOTAZIONE

Per prenotare scrivere all’indirizzo hello@innervisiontravels.com, oppure chiamare direttamente la guida alpina Luca Montanari al numero 335 6857151.

Photo credits: RifugiMonterosa

Peak Lenin: intervista alla guida alpina Luca Montanari.

Un’altra spedizione conclusa, un’altra cima raggiunta, un sogno diventato realtà per Laura e Danilo, i due alpinisti che, guidati dalla guida alpina Luca Montanari, hanno raggiunto la vetta del Peak Lenin (7134 m) la scorsa estate. 

Il Peak Lenin fa parte di uno dei 5 settemila della catena del Pamir. Tecnicamente non difficile, il Peak Lenin rimane tuttavia una montagna molto impegnativa per chi si trova ad affrontare per la prima volta un settemila, pur essendo abituato alle nostre Alpi.

Una spedizione è un grande sogno che si realizza. Come comincia tutto questo?

Le persone che mi contattano hanno già esperienza di montagna. Alcuni conoscono le Alpi, altri sono particolarmente allenati, altri ancora sono alle prime armi e mi contattano perché vogliono cominciare un percorso graduale, per arrivare ad obiettivi sempre più grandi. Ognuno ha una propria storia, un proprio punto di partenza. Per questo è importante conoscersi, fare delle salite insieme, verificare la preparazione. In questo caso, prima di partire sono state realizzate 2 salite al Monte Rosa e al Monte Bianco, con l’obiettivo di conoscersi e di testare i materiali (tende, scarponi, abbigliamento tecnico…), fare delle simulazioni della vita ai campi alti e dormire in tenda. In particolare, l’uscita sul Bianco è stata effettuata una settimana prima della partenza, in modo da arrivare acclimatati meglio alla quota del campo base (3600 m).

Una volta giunti al campo base, com’è stato l’impatto da parte del gruppo?

Il campo base si trova all’imbocco della morena che porta alla base del peak Lenin, su un altopiano di prati verdi circondati da montagne di circa 5000 metri. Uno scenario decisamente diverso dai ghiacciai dei campi base himalayani! Sia il campo base che il campo 1 (4400 m) sono ben attrezzati per offrire il massimo comfort agli alpinisti: docce, wifi, tenda-mensa con i cuochi, tende spaziose per dormire, assistenza medica h24. Insomma, una situazione molto confortevole, che ci è tornata molto utile in più occasioni: infatti, alcuni alpinisti hanno avuto difficoltà legate all’acclimamento e a virus intestinali. Situazioni prevedibili, ma tenute sotto controllo.

Quali sono le difficoltà che hanno messo alla prova il gruppo?

Al di là delle difficoltà fisiche, legate ad una permanenza prolungata alle alte quote, bisogna fare i conti con la resistenza, la motivazione, la concentrazione e la pazienza: insomma, la preparazione mentale conta tanto quanto quella fisica. Come expedition leader, conosco molto bene queste dinamiche e devo saperle gestire, insieme ad una serie di imprevisti che, puntualmente, si manifestano. Diventa fondamentale gestire il ritmo di salita, controllare l’alimentazione e l’idratazione, assicurarsi del riposo e dei giusti tempi di recupero, controllare lo stato di salute e l’acclimamento dai 4000 in su con il pulsossimetro. E’ importante, nei giorni più duri (brutto tempo o condizioni di salute precarie) tenere alto il morale del gruppo e non far perdere mai di vista l’obiettivo.

Si sono mostrati all’altezza della situazione?

Sì. Pur non essendo degli alpinisti esperti, hanno saputo gestire bene le diverse situazioni ed imprevisti. A queste quote, infatti, semplici mansioni – come scaldare la neve per preparare da mangiare ai campi alti, un lavoro a cui li avevo istruiti sulle Alpi – si sono rivelate estremamente gravose. Così come portare i carichi: uno zaino di 10 kg, portato senza grandi sforzi a 4000 metri, alle altissime quote diventa un peso notevole. In questi casi, la motivazione è determinante, ma bisogna essere anche ben allenati ed abituati a stare in ambiente per un lungo periodo.

Li hai preparati a questo tipo di fatica?

Aver scelto con cura il cibo personale per campi alti ha permesso a noi tutti di rimanere in forze fino alla fine, grazie al giusto apporto proteico. Prima della partenza ho consigliato loro quali cibi portare per garantire in quota il giusto apporto energetico e favorire l’appetito. Oltre a vari tipi di barrette energetiche, hanno portato cibi nutrienti e gustosi come formaggio grana, speck, nutella. Dettagli non da poco, considerando che alle altissime quote viene meno l’appetito.

Alla fine, avete raggiunto la cima!

E’ stato un percorso ben calibrato dall’inizio alla fine. Tutto ha funzionato alla perfezione: dall’acclimatamento, alla logistica, all’efficienza del team kirghiso. Alla fine, la finestra di bel tempo ci ha permesso di raggiungere la vetta, la mattina del 16 agosto. Siamo partiti alle 4 di mattina dal campo 3. Dopo circa 10 ore di salita per 1100 metri di dislivello, con Danilo e Laura abbiamo raggiunto la vetta del Peak Lenin. Per loro tantissima fatica, ma una soddisfazione ancora più grande, per aver tenuto duro fino in fondo.

Un altro successo per te, come guida. E per InnerVision Travels, che ha all’attivo l’organizzazione di numerose spedizioni extraeuropee.

Per me, dal punto di vista professionale è una grande soddisfazione. Dal punto di vista umano, mi riempie di orgoglio il fatto di essere, per queste persone, una possibilità che loro hanno per provare esperienze di altissime quote in spedizioni extraeuropee, andando ben oltre le quote a cui siamo abituati sulle Alpi. Per Innervision Travels e l’agenzia veronese Vertours è un altro importante traguardo messo a segno grazie alle professionalità di un team preparato e di grande esperienza perché, intorno ad ogni spedizione, ruota una complessa organizzazione burocratica e legata alla logistica che richiede impegno, tempo e preparazione. Oltre a tutte le persone con cui collaboro da tempo, ringrazio Kayland, Montura, Camp Cassin, Erzia Telecomunicazioni e Ferrino, sponsor tecnici che in ogni mia spedizione giocano un ruolo determinante grazie alla qualità dei loro materiali.

 

Salita all’Ama Dablam, ottobre 2020.

Ama Dablam, la dea con la collana.

L’Ama Dablam, gemma del Khumbu, è una montagna bella ad elegante, che fa capolino dalle nuvole sopra il monastero di Thyangboche, nel cuore della terra degli Sherpa, il Khumbu Himal, non molto distante dall’Everest e dal Lhotse. Un’acuminata piramide, le cui pareti verticali sono interrotte da ripide creste affilate. L’ascensione è considerata la più affascinante salita di misto dell’Asia.

L’avvicinamento al campo base prevede 5 giorni di trekking attraverso i caratteristici villaggi della valle del Kumbu. Giunti al campo base, sosteremo qualche giorno per acclimatarci ed organizzare la salita. Con noi ci saranno gli insostituibili sherpa, che ci daranno il loro prezioso contributi per l’organizzazione della logistica e la pianificazione della salita.

La salita

Dal campo base al campo 1 ci sono sono circa 1000 metri di dislivello da percorrere, all’inizio su sentiero ripido e poi alcune roccettine che portano alla cresta dove fisseremo le tende. Dal campo 1 al campo 2 il dislivello è minore rispetto al tratto precedente, ma caratterizzato da passaggi tecnici su cresta di roccia esposta ed alcune pareti da superare. Il campo 2 è situato su una torre sulla quale è possibile allestire al massimo 4-5 tende ben ancorate alla roccia.

Dal campo 2 fino alla cima inizia la parte di misto neve e ghiaccio, con pendenze che variano da stagione a stagione, fino a giungere all’esposta calotta sommitale, dalla quale speriamo di goderci uno dei panorami himalayani più belli, con vista sulla valle del Kumbu, Lhotse, Everest, Cho Oyu, Makalu.

La partenza è prevista per il 14 ottobre 2020 con la guida alpina Luca Montanari. La durata della spedizione è di 28 giorni.

Per saperne di più e ricevere il programma dettagliato, scrivere a hello@innervisiontravels.com

Alpamayo, il sogno di tutti gli alpinisti.

Alpamayo, la perla della Cordillera Blanca.

Da sempre, la Cordillera Blanca è meta ambita di numerosi alpinisti che sognano di scalare le sue vette. Situata nella regione di Ancash, è la catena montuosa tropicale più alta del mondo, con i suoi 180 km di estensione in direzione nord-sud, formando una divisione naturale tra il versante occidentale delle Ande e quello orientale.
Tutta la Cordillera è protetta dal Parco Nazionale di Huascaran, che comprende 663 ghiacciai, 269 laghi e 41 fiumi, oltre a 33 siti archeologici ed è stata riconosciuta nel 1985 come Patrimonio Naturale dell’Umanità.
Fu proprio l’UNESCO, nel 1966, a definire l’Alpamayo la montagna più bella del mondo, in occasione della prima ascensione alla via principale, in quell’anno. Nel 1975 i Ragni di Lecco aprirono la  via Ferrari sulla parete sud-ovest, mentre la direttissima via francese è stata aperta solo nel 1993.

La Diretta Francese.

La linea di salita scelta che scaleremo è la diretta dei Francesi, tecnicamente più lunga ed impegnativa della classica e conosciuta via dei Ragni (non più percorribile a causa delle frequenti scariche di ghiaccio). L’attacco della via dei francesi lo si raggiunge dopo 1 ora circa di cammino dal Campo 1(5300). Raggiunta la terminale, ci si lega e si comincia ad affrontare il primo terzo di salita, salendo pendii da 55° a 60°. In generale, a stagione inoltrata, già da metà parete si trova ghiaccio vivo, i tiri si susseguono, la progressione è molto impegnativa, con pendenze fino a 65/70 gradi fino agli ultimi 2 tiri, dove la nostra linea segue una canaletta che offre una scalata spettacolare in un diedro di ghiaccio. Con pendenze sempre più ripide – 80 gradi – si raggiunge la cresta finale ripidissima ed esposta.
A stagione inoltrata è facile reperire abalakov o corpi morti precedentemente lasciati: ovviamente vanno testati e rinforzati, prima di cominciare ogni calata.
Allora, sei pronto? Sarà una salita di grande soddisfazione!

DAL 20 GIUGNO AL 6 LUGLIO 2020 con guida alpina Luca Montanari

Per ricevere il programma dettagliato scrivere a:
luca@innervisiontravels.com o lucamontanari.guidaalpina@gmail.com
Per ulteriori informazioni contattare la guida alpina Luca Montanari al numero:
335 6857151

Vuoi scoprire altri seimila nel mondo?

Ecco alcuni suggerimenti:

Il mio Alpinismo Moderno – Luca Montanari

Perchè Alpinismo “moderno”?

Il corso di Alpinismo moderno è rivolto a coloro che desiderano avvicinarsi al mondo dell’alpinismo, con tutto ciò che esso comporta: imparare l’uso di piccozze e ramponi, acquisire le tecniche di progressione, imparare i nodi e le legature per gestire la sicurezza della cordata, risalire pendii id neve e canali con pendenze moderate e creste di neve.
Quindi, se siete aspiranti alpinisti, questo corso fa per voi.
Ma perché l’ho chiamato “moderno”? Semplicemente perché, per la mia esperienza, ho ritenuto importante introdurre nuovi elementi ed input rispetto ai classici corsi di alpinismo. Come tutte le cose, anche l’alpinismo negli anni si è evoluto, acquisendo nuove dinamiche e visioni, forte di una preparazione sempre più precisa e funzionale e di attrezzature e materiali sempre più polivalenti, non solo sulla progressione ma anche sulla sicurezza. Per tutti questi motivi, ho sentito la necessità di svecchiare il corso di Alpinismo, rinnovandolo ed arricchendolo di contenuti.

Vivere l’alta montagna da protagonisti

Sempre più persone si avvicinano alle vie di misto, le pareti Nord “tornano di moda”. Ma scoprirle non basta: occorre avere basi solide per potersi avvicinare a questo mondo, essere preparati e consapevoli, sapersi muovere in sicurezza. Rispettare i propri limiti e, soprattutto, rispettare la montagna. Quello che propongo, in sostanza, è un percorso per acquisire queste solide basi ed arrivare ad avere, con la giusta preparazione e formazione, le carte in regola per salire una parete o una cresta tanto sognata.

Sono una guida alpina profondamente innamorato dell’alta montagna, dei suoi misteri e delle sue infinite possibilità: per questo mi piace vedere una nuova generazione di alpinisti in grado di muoversi con disinvoltura su roccia, neve e ghiaccio, di gestire le criticità e di avere un perfetto autocontrollo, per la propria sicurezza e per quella della cordata. E mi piace vedere tutte queste cose sposarsi con quell’atteggiamento “classico” di scoperta e timore, coraggio e rispetto, che tutti i grandi alpinisti della storia hanno sempre avuto ogni volta che hanno raggiunto una cima. Vecchio e nuovo coesistono nel segno dell’amore per la montagna.

Sei pronto per cominciare? Iscriviti ora!

Questo corso ti servirà per imparare tutto ciò che è nel programma, cominciando così un cammino che ti permetterà di farti un po’ di esperienza sul campo, mettendo in pratica tutto ciò che imparerai. Ecco le date del prossimo corso:

Durata: 2 weekend Costo: Euro 285,00 a persona. Minimo 4, massimo 8 persone.
Date: 22-23 febbraio e 7/8 marzo location: Monte Baldo, Gruppo del Carega.
Tutto il materiale tecnico verrà messo a disposizione dei corsisti gratuitamente.

Se invece vuoi migliorarti e perfezionarti, contattami: insieme struttureremo un corso evoluto su misura per te.

Vuoi saperne di più? Contattami!

Scegli il modo che ti fa più comodo:
– messenger sulla mia pagina Facebook
– email, all’indirizzo luca@innervisiontravels.it
– per telefono, al numero 335 6857151.

Sogni un settemila?

Dal Nepal all’America, passando per il Kyrghizistan: ecco tre proposte per la tua prossima estate in alta quota:
Alpamayo, partenza 20 giugno 2020 con guida alpina italiana
Peak Lenin, partenza 28 luglio 2020 con guida alpina italiana
Trekking ai laghi di Gokyo e salita Island Peak, partenza 10 ottobre 20202 con guida alpina italiana

Peak Lenin, è vetta! Enrico e Luca raccontano il loro primo 7000.

 

Un’avventura insolita e coraggiosa, attraverso territori lontani e poco battuti, per conquistare una vetta dalle riminiscenze sovietiche, il Picco Lenin, e dal fascino misterioso, incastonata nell’altopiano del Pamir, a oltre 6500 chilometri da casa. Il sassolese Enrico Fedolfi, appena 25enne, e il carpigiano don Luca Baraldi, entrambi giovani con la passione dell’alpinismo e dell’alta montagna, hanno portato a termine venerdì pomeriggio l’impresa di arrivare sulla vetta del Picco Lenin (o Ibn Sina, in lingua locale) a 7134 metri di altitudine. Amici da tempo, Enrico è istruttore di arrampicata sportiva e sulle Alpi ha già conquistato diverse vette compresi Monte Bianco, Monviso, Ortles e Marmolada, così come don Luca, che ha iniziato sulle Dolomiti con l’Azione Cattolica e poi ha scalato più di un quattromila. «Entrambi conoscevamo la guida alpina Luca Montanari – racconta Enrico Fedolfi, il più esperto dei due – che ci ha consigliato questa meta».

In che modo?

«Volevamo salire per la prima volta un settemila, e così assieme a Montanari abbiamo scelto una montagna non esageratamente tecnica. E anche più alla portata sotto altri aspetti».

Rispetto all’Everest, ad esempio?

«Sì, le mete nepalesi sono sempre più ambite, affollate e costose. Però chissà, un domani potremmo provare anche l’Himalaya».

È stato difficile raggiungere il campo base?

«Assolutamente no. Il viaggio è stato organizzato nei minimi dettagli dall’aeroporto di Venezia fino al campo base a quota 3600 in Kirghizistan, con tre scali aerei tra Istanbul, Biskek e Osh e problemi legati solo al peso delle attrezzature».

Facevate parte di una spedizione numerosa?

«Sì, il gruppo era internazionale ed eterogeneo, con scalatori provenienti da Canada, Germania, Russia, Ucraina, Polonia, Brasile, Filippine. Questo ha creato un clima molto buono e di cooperazione in cordata. La montagna unisce chi la frequenta».

Dal campo base in vetta, quanto avete impiegato?

«Dalla base alla sommità sono quattro giorni di ascesa. Poi dall’ultimo campo, a quota 6100, io ho impiegato in tutto 8 ore, don Luca 10. Ma prima ci sono voluti 10 giorni di acclimatamento all’altitudine, con vari saliscendi in quota».

Siete stati aiutati anche dalle condizioni meteo…

«Sì, una finestra di bel tempo ci ha concesso temperature relativamente buone. Nella notte della salita in vetta eravamo a circa -35 gradi percepiti, ma con un vento non troppo forte. Un’esperienza unica davvero».

[FONTE: Il Resto del Carlino – https://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/l-impresa-di-due-amici-in-vetta-a-7mila-metri-1.4751414#newsletter–mailupform]

Salire un 7000. Consigli e suggerimenti per spedizioni ad altissime quote.

Luca Montanari, esperta guida alpina, consulente per spedizioni d’alta quota e ambassador di Kayland, ci fornisce un elenco di attività e operazioni per affrontare la difficile impresa di salire un 7000.

Prima regola: essere preparati.

L’unione fa la forza: questa regola vale sempre, soprattutto alle altissime quote, quando la carenza di riposo e di ossigeno diventa molto impegnativa da gestire.

Per affrontare un settemila è importante avere alle spalle una preparazione adeguata, con un buon allenamento fisico e una pregressa esperienza di montagna. Generalmente, prima di affrontare progetti così ambiziosi, fisso con i clienti degli incontri sulle Alpi finalizzati a verificare la preparazione. In questo modo ho la possibilità di controllare tante cose: dalla motivazione al percorso da fare per raggiungere l’obiettivo.

Seconda regola: conoscere il team

A mio avviso, prima di partire per una spedizione, bisogna conoscere i compagni di viaggio, dal punto di vista tecnico e di adattamento al gruppo. Oltre a questo, è utile avere nel team delle figure con specifiche competenze, per esempio esperienze di primo soccorso, o esperienze pregresse di spedizioni e, di conseguenza, della vita ai campi alti.

La scelta di un capo-spedizione (expedition leader) è fondamentale, poiché egli si assumerà la responsabilità di coordinare il gruppo e di prendere le decisioni.

Terza regola: pianificare, pianificare, pianificare.

Dopo aver definito il programma di massima, passate alla fase operativa: stabilite ruoli e mansioni, reperite informazioni sulla salita, valutate il materiale tecnico più appropriato per il tipo di salita in programma, definite più dettagli possibili.

I dettagli in alta quota possono essere determinanti per la riuscita della spedizione: per questo, affidatevi sempre ad un’agenzia esperta nel settore.

Se vuoi saperne di più clicca QUI e leggi il resto dell’intervista.

E se vuoi avere altre informazioni, contattaci all’indirizzo: spedizioni@xtravels.it.

Lo zaino perfetto da preparare prima di partire per un trekking

Lo zaino perfetto

Essere viaggiatori vuol dire essere predisposti a vivere esperienze incredibili in luoghi misteriosi ed affascinanti, spesso talmente nascosti da non avere neanche la capacità di immaginarli. Un vero viaggiatore va alla ricerca di questi posti un po’ per necessità, un po’ per spirito di avventura, un po’ per trovare quella parte di sé che affiora a fatica nella vita frenetica e preconfezionata di tutti i giorni. E allora, via con l’inesplorato, l’imprevedibile, il nuovo. Ma sempre in sicurezza, con le persone giuste ed esperte…e con uno zaino preparato come si deve.
Certo, “fare” lo zaino perfetto potrebbe essere molto più complicato del previsto, se si considerano i giorni di cammino, i continui cambi di abito, borracce di acqua e qualcosa da sgranocchiare lungo il tragitto. Bisogna essere spartani, prendere con sé solo l’essenziale ma, allo stesso tempo, pensare bene a tutto quello che occorre e che non deve assolutamente mancare.

Prepara il tuo zaino e parti!

Se sei in partenza per un trekking o stai progettando di farne uno, scegli con cura la tua meta ed affidati alle nostre proposte per trovare quello che fa per te. CLICCA QUI
E soprattutto, provvedi a preparare uno zaino come si deve! Luca Montanari, guida alpina ed expedition leader di XTravels, è senza dubbio la persona giusta che saprà darti validi consigli su come preparare lo zaino perfetto. 
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ALTO ATLANTE – SKITOUR IN MAROCCO

Monte Atlante: una sorpresa, un invito alla scoperta, un luogo imprevedibile. Incastrata tra Algeria, Tunisia e Marocco, la catena montuosa più suggestiva del nord Africa si trova a soli 100 km da Marrakesh, verso est. Il percorso che separa la città dai monti è fatto di pascoli verdi, boschi di eucalipti e lecci, laghetti alpini e mucche al pascolo. Un paesaggio che in Africa non ci si aspetta, ma che intriga e stupisce per il suo continuo sorprendere. 
L’Atlante ospita vette di più di 3000 m di altitudine: un luogo perfetto dove fare trekking e soprattutto sciare. E sarà proprio grazie ai nostri sci che potremo gustare insieme, fino in fondo, un luogo unico nel suo genere, ma soprattutto magico.

Sarà un viaggio avvincente attraverso paesaggi mozzafiato, con condizioni della neve molto varie e salite anche impegnative che richiederanno sci a spalla e uso di ramponi. Una vacanza dunque perfetta, per immergersi in un mondo fiabesco e quasi irreale, dove la passione per lo sci incontra culture misteriose e ricche di fascino.
Viaggiatore, sei pronto a partire?

PROGRAMMA GIORNALIERO

GIORNO 1 – Arrivo all’aeroporto di Marrakech e trasferimento all’Hotel Riad.

GIORNO 2 – Marrakech, Imlil, Tazaghatr. Dopo un breve transfer da Marrakech a Imlil, incontreremo il nostro team, ci metteremo in viaggio verso Tizi Mezzi Pass (2450 m) via Tamsoult, fino al rifugio Tazaghart (3000 m), dove trascorreremo la notte.

GiORNO 3 – Tazaghatr – Tadat Pass – Toubkal Refuge. Per raggiungere Tadat Pass (3800 m), avremo bisogno di ramponi e corde, ma potremo godere di viste spettavolari sul Tubkal (4167 m). Dal passo, scenderemo lungo 600 m di dislivello fino al rifugio Toubkal, dove passeremo la notte. Durata totale: 6-7 ore.

GIORNO 4 – pertenza dal rifugio Toubkal – cima – rientro al rifugio. Questa ascensione di 1000 metri fino alla cima del Toubkal – con una vista panoramica sull’Anti-Atlante a sud e la pianura di Marrakech a nord. Dalla cima, scieremo lungo i1000 m di dislivello fino al rifugio Durata totale: 5-6 ore.

GIORNO 5 – Rifugio Toubkal – Sidi Chamarouch – Imlil. Cominciamo salendo in direzione di Quanourkrim (4083 m), per poi scendere verso Sidi Chamarouch (2318 m) – una divertente e lunga discesa. Da qui, completeremo la nostra discesa fin verso Imlil, dove passeremo la notte in una casa berbera. Durata totale: 6 ore.

GIORNO 6 – Imlil – Tizi n’ Tamatert Pass – Tachdirth – Bouygnouane. Ci metteremo in viaggio da Imlia per attraversare Iamatert Pass (2300 m), prima di vedere la valle Imenane, pronti per la salita di Bouygunouane (3800 m). Da qui, potremo godere di una splendida vista prima di scendere 1400 m di dislivello e raggiungere il villaggio Tachdirt (2400 m), dove passeremo la notte.

GIORNO 7 – Tachdirt – Tizin – Likemt Pass – Imlil – Marrakech. Sveglia presto: direzione Likemt Pass (3600 m); 3-4 ore di salita seguite da una entusiasmante discesa finale di 2-3 ore (1200 m) fino a Imlil, dove ci sarà il transfer ad attenderci per ricondurci a Marrakech.

GIORNO 8 – Visita a Marrakech

9,30: inizio visita della città con guida locale. Visita di Bahia Palace, un enorme palazzo del 19esimo secolo con architettura e design islamico e marocchino (durata della visita 1 ora).

Dopo aver visitato Bahia Palace, visiteremo la Moschea Kotobia., una delle moschee più antiche e più belle del mondo, caratterizzata da ornamenti rinomati e alti minareti (durata della visita ora).

Ore 12: visita di Jamaa Eifna Square, dove è possibile vedere incantatori di serpenti, bancarelle di frutta, cartomanti e artisti di strada (durata della visita 1 ora e 30).

Dopo pranzo, visita del mercato di Marrakeck (Souks), caratterizzato da esotici e colorati banchetti nella città vecchia (durata della visita: 1 ora e 15).

Dopo aver visitato il mercato, sarà possibile continuare il tour a Medina, città vecchia di Marrakech).Passeggiare lungo le viuzze della città con mercatini, luoghi storici e scorci caratteristici (durata della visita: 1 ora).

SPORT&LIFE CAMP – 16/17 giugno 2018

Sport&LIfe camp

Il cammino verso la tua meta è uno zaino con tutto il necessario.

Comodo, leggero, resistente. Indispensabile.
Che tu sia in procinto di partire o già in viaggio, poco importa: noi ti aiuteremo a riempirlo.
Sport&Life Camp è un percorso che ci permetterà di lavorare sulla pianificazione dei tuoi obiettivi, di fare un lavoro mirato sull’atteggiamento mentale, di acquisire un approccio consapevole alla resilienza. L’obiettivo è ottenere gli strumenti giusti per raggiungere i traguardi che ti sei prefissato, al massimo delle tue potenzialità. Godendoti tutta la magia e la bellezza di questo percorso.
Buon viaggio!
Per ulteriori informazioni, per conoscere il programma dettagliato e per iscrizioni contattare Luca Montanari al numero 335 6857151, oppure scrivere a experience@xtravels.it.