Alpamayo: la montagna più bella del mondo
Alpamayo: dicono che sia la montagna più bella del mondo. E a guardarla si capisce benissimo perché: una piramide quasi perfetta, che svetta tra le montagne delle Ande peruviane con i suoi 5947 mt.
Da sempre, la Cordillera Blanca è meta ambita di numerosi alpinisti che sognano di scalare le sue vette. Situata nella regione di Ancash, è la catena montuosa tropicale più alta del mondo, con i suoi 180 km di estensione in direzione nord-sud, formando una divisione naturale tra il versante occidentale delle Ande e quello orientale.
Tutta la Cordillera è protetta dal Parco Nazionale di Huascaran, che comprende 663 ghiacciai, 269 laghi e 41 fiumi, oltre a 33 siti archeologici ed è stata riconosciuta nel 1985 come Patrimonio Naturale dell’Umanità. Fu proprio l’UNESCO, nel 1966, a definire l’Alpamayo la montagna più bella del mondo, in occasione della prima ascensione alla via principale, in quell’anno. Nel 1975 i Ragni di Lecco aprirono la via Ferrari sulla parete sud-ovest, mentre la direttissima via francese è stata aperta solo nel 1993.
Il 7 agosto 2015, alle ore 7.30, io e Francesco raggiungiamo la vetta dell’Alpamayo. La linea di salita scelta è stata la diretta dei francesi, tecnicamente più lunga ed impegnativa della classica e conosciuta via dei Ragni (non più percorribile a causa delle frequenti scariche di ghiaccio). L’attacco della via dei francesi lo si raggiunge dopo 1 ora circa di cammino dal Campo 1 (5300). Raggiunta la terminale ci si lega e si comincia ad affrontare il primo terzo di salita, salendo pendii da 55° a 60°.
A stagione inoltrata, già da metà parete si trova ghiaccio vivo, i tiri si susseguono, la progressione è veloce e divertente, con pendenze fino a 65/70° fino agli ultimi 2 tiri, dove la nostra linea segue una canaletta che offre una scalata spettacolare in un diedro di ghiaccio. Con pendenze sempre più ripide – 80 gradi – si raggiunge la cresta finale ripidissima ed esposta. La cima è la cresta, non ci si può muovere, si aspetta il compagno, ci si abbraccia, la foto di rito e poi giù in corda doppia. A stagione inoltrata è facile reperire abalakov o corpi morti precedentemente lasciati: ovviamente vanno testati e rinforzati, prima di cominciare ogni calata.
Una salita di grande soddisfazione!