EVEREST EXPEDITION 2017
Ogni spedizione è unica, irripetibile, travolgente. E’ un viaggio che comincia molto, molto prima di arrivare in Nepal, o in Pakistan, o in Patagonia, o altrove: è un viaggio già cominciato dentro la testa, mesi e mesi prima di contattare la guida e l’agenzia.
E’ nella vita di tutti i giorni, ritagliando ore preziose per fare un allenamento di qualità.
Ma soprattutto è dentro l’anima, perchè quello che si sente al solo pensiero della vetta è una vibrazione intensa e profonda, che fa sentire immensamente bene chi la prova, che non si può spiegare, ma solo vivere.
Se poi c’è in ballo il tetto del mondo la spedizione, oltre ad essere unica, può diventare memorabile. Sì, perchè è dell’Everest che si parla: un sogno che si accarezza con i pensieri con timore reverenziale, una ragione di vita, un obiettivo sognato per anni e che difficilmente avrà una seconda chance.
L’Everest oggi è la realtà di Luciano, Davide e Angelo che, partiti da Milano il 26 marzo alla volta del Nepal, trascorreranno le prossime 6 settimane nell’attesa (e nella speranza) del coronamento del loro sogno.
Dopo aver effettuato il trekking per giungere al campo base, i tre alpinisti si sposteranno nei prossimi giorni al campo base del Lobuche East (6129 m), per salire la cima e fare, così, un buon acclimamento.
Ad attenderli, dopo il seimila, la porta d’ingresso per raggiungere il Campo 1: l’ice fall, un labirinto insidioso di crepacci e seracchi, reso percorribile dal meticoloso lavoro dei “doctors fall”, gli Sherpa, che hanno il compito importantissimo di attrezzare con corde fisse e scale questa parte di salita.
Forza ragazzi!